Pd Basilicata: la lettera del segretario La Regina alla Gazzetta del Mezzogiorno

10 Apr 2022 | News, PD Basilicata

Gentile Direttrice,

ho avuto modo di seguire con estremo interesse il dibattito sulla questione energetica che le vostre pagine hanno affrontato e sicuramente continueranno a fare.

Il “Caro Bolletta” sta condizionando in maniera significativa l’equilibrio economico dei lucani: le famiglie, le imprese e gli enti locali. Nessuno rimane escluso.

Alla dinamica internazionale dei prezzi, si è aggiunta la preoccupante guerra in Ucraina che non può che peggiorare ulteriormente la situazione. Come si sa, infatti, l’Italia importa dalla Russia circa il 45% del suo fabbisogno di gas. La posizione del segretario Enrico Letta e del Parlamento Europeo rispetto all’embargo verso Mosca è totalmente condivisibile.

Pertanto, l’obiettivo deve rimanere la transizione ecologica ed energetica, specialmente in una Regione come la Basilicata, dove le rinnovabili, le comunità energetiche ed il lavoro verde devono rappresentare la nostra priorità.

Il passaggio dalle fonti fossili (carbone e petrolio) a quelle completamente green prevede una fase di transizione che, necessariamente, passa per il gas.

Al momento la Regione Basilicata è proprietaria esclusiva di oltre 200 milioni di metri cubi all’anno di gas naturale, provenienti delle concessioni ENI e Total, rispetto ad un fabbisogno annuale dell’intero territorio lucano pari a circa 400 milioni di metri cubi di cui 230 milioni metri cubi per consumi di famiglie, piccole imprese ed enti pubblici. In altre parole, la Basilicata riesce a coprire buona parte del suo fabbisogno.

Ci domandiamo allora: come è possibile che nonostante questo dato di fatto le famiglie, gli enti locali e le imprese lucane si trovino a dover sostenere in modo così massiccio il caro bolletta?

Perché il Governo regionale ha stretto con le compagnie petrolifere degli accordi scellerati per l’ulteriore sfruttamento dei giacimenti di petrolio in Val d’Agri e a Tempa Rossa senza nessuna idea di futuro legata al 2030 ed alla decarbonizzazione?

Perché, sempre il Governo regionale, indica nel Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee – che prevede il raddoppio delle estrazioni del gas – l’unico modo per ridurre il caro-bollette quando non è nemmeno in grado di far percepire ai lucani i benefici che già oggi dovrebbero essere concreti?

Specialmente alla luce degli extraprofitti delle multinazionali energetiche in un contesto generale di aumento dei prezzi occorre mettere in campo, come suggerisce la Presidente de comitato per la valutazione del reddito di cittadinanza Chiara Saraceno, interlocuzioni con il governo nazionale affinché vengano imposte norme di trasparenza sulla formazione dei prezzi, a tutela dei consumatori, e norme sulla concorrenza e dell’equità fiscale.

Una soluzione potrebbe essere quella di recuperare l’IRES (imposta sui redditi delle società) come previsto dall’art. 36 del decreto Sblocca Italia a cui si potrebbe applicare la regola di una tassazione superiore al 24% per i territori dove insistono le concessioni.
Bonomi dovrebbe comprendere che l’IRES al 15% (come ha proposto ieri), in un territorio come la Basilicata, sarebbe un danno soprattutto per le imprese medie e piccole che non ne ricaverebbero nessuna agevolazione.

Così come sulle royalties aggiuntive che arriveranno dall’avvio della messa in esercizio di Total, parte delle quali da mettere nel Fondo Unico per le Autonomie Locali e da non computare nella percentuale delle risorse spettanti ai territori delle concessioni. Si potrebbe favorire anche un riequilibrio tra Comuni, un sostegno reale agli enti locali e una spinta propulsiva alla transizione digitale che liberi il potenziale di questi luoghi.

Riteniamo che questo approccio del governo di centro destra sia una forzatura che non risolverà in maniera strutturale questa vera e propria emergenza sociale. E, soprattutto, non cambierà il paradigma attuale con un nuovo modello di sviluppo che i venti di guerra rendono non più rinviabile. Lo ha compreso subito anche il nuovo assessore Latronico che ha annunciato la revisione degli accordi fra Ente Regione ed Eni, di fatto bocciando il lavoro del suo predecessore, anche in virtù dell’aumento dei dividendi per gli azionisti.

In questo scenario la Basilicata non è una regione come tutte le altre. Essa contribuisce a soddisfare i consumi energetici nazionali per circa il 10% mediante il petrolio e il gas e con i suoi siti in Val d’Agri e nella Valle del Sauro rappresenta un hub energetico di assoluto valore. Pertanto, non possiamo restare immobili e silenti dinanzi a quanto sta accadendo intorno a noi.

Con la Petizione popolare chiediamo al Presidente della Regione Basilicata – proprietaria in esclusiva di oltre 200 milioni di metricubi di gas all’anno provenienti dalle concessioni ENI in Val d’Agri e TOTAL nella Valle del Sauro – di intraprendere ogni utile iniziativa al fine di mettere a valore e a disposizione delle famiglie ed imprese lucane la suddetta risorsa energetica in modo da diminuire il costo del caro-energia e contribuire ad abbattere il caro-bolletta.

Interventi che non si limitino a ridurre il caro bollette ma che incentivino l’efficientamento energetico e la riduzione dei consumi, andando a premiare famiglie, aziende ed enti locali che agiscono, nel segno dell’Agenda ONU 2030, riducendo i consumi ed accrescendo l’economia locale con la creazione di lavoro verde.

Un approccio che sia di sostegno alle comunità energetiche in un’ottica di risparmio, ottimizzazione, autonomia. Si tratta insomma di una straordinaria opportunità di sviluppo sociale ed economico, che può realmente avviare la transizione energetica del nostro territorio.

Una grande occasione è data ora dal Superbonus del 110 per cento anche alle Comunità Energetiche rinnovabili costituite in forma di enti non commerciali o di condomini. In questo caso l’esercizio di un impianto fotovoltaico di potenza fino a 200 kW prevede una detrazione fiscale che si cumuli con gli incentivi.

In Basilicata ci sono diverse aree che potrebbero essere recuperate e messe a valore, dalle cave a cielo aperto esaurite alle discariche chiuse o abbandonate, dalle zone industriali dismesse alle aree degradate e inquinate. Un esempio tra i molti è proprio la Val Basento. Le Comunità Energetiche potranno possono promuovere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, garantendo energia sostenibile a prezzi accessibili, favorendo sviluppo tecnologico ed innovazione in linea con le aree più avanzate d’Europa.

Le Comunità Energetiche sono un’occasione non solo per il singolo consumatore ma per l’intero sistema socioeconomico: la loro finalità è infatti anche innescare ulteriori filiere industriali ricadenti entro l’ambito strategico del Green Deal europeo ed offrire alle nuove generazioni delle opportunità: immaginiamo delle card energetiche per gli studenti che possa permettere loro di investire sul proprio futuro in modo sostenibile.

Sul futuro servirà una grande attenzione affinché non si verifichino condizioni che possano annullare e depauperare le vocazioni economiche affermatesi nell’ultimo ventennio nell’area appulo-lucana e nel Metapontino. Occorre creare alleanze strategiche tra le comunità per costruire azioni concrete in grado di contrastare con forza contro ogni rischio legato ai depositi di scorie nucleari.

Non sappiamo se la crisi politica dei governi Bardi I, II e III si sia conclusa. Vediamo che ci sono due centrodestra che si combattono con manifestazioni pubbliche di scontro. Non riuscendo ad affrontare questioni come queste nelle istituzioni lo faremo direttamente con i cittadini, le parti sociali e le organizzazioni datoriali nelle piazze e nei luoghi di confronto.

Raffaele La Regina, Segretario Regionale del PD di Basilicata

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