Sanità lucana, Lacorazza: Latronico dichiara per anestetizzare

Il Capogruppo del Pd: Il sistema sanitario lucano non eccelle nelle reti tempo dipendenti che significa infarti, ictus e traumi gravi. Attendevamo una proposta di Piano sanitario da approvare in Consiglio entro dicembre 2025, ma siamo ancora alle slide
“ ‘…Si tratta di ambiti ben individuati, sui quali la Regione è già al lavoro attraverso interventi strutturali, organizzativi e di integrazione tra rete territoriale e rete ospedaliera, con l’obiettivo di rendere l’assistenza sempre più omogenea, tempestiva e appropriata…’ È una parte della dichiarazione dell’assessore Cosimo Latronico che commenta i dati tirati fuori da Agenas. Gli ambiti in cui il sistema sanitario lucano non eccelle, per utilizzare un eufemismo, non sono banali a partire dalle reti tempo dipendenti che, detto in maniera diretta, significa infarti, ictus e traumi gravi. L’assessore Latronico pensa con una dichiarazione al giorno di togliere i problemi di torno e di somministrare un’anestesia affinché sia attutito il dolore dei 60.000 lucane e lucani che nel 2024 hanno rinunciato alle cure e di tante altre e altri che vanno a curarsi fuori regione”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che aggiunge:
“Attendevamo una proposta di Piano sanitario da approvare in Consiglio regionale entro dicembre 2025, ma siamo ancora alle slide con il rischio, ormai concreto e come avevano previsto, che nel frattempo si siano consolidate scelte, perse opportunità e accentuante fibrillazioni politiche anche in vista delle nomine dei Direttori generali”.
“Infine – evidenzia Lacorazza – non possiamo non osservare che nel 2025 abbiamo tenuto due Consigli regionali sulla sanità che ci hanno portato a depositare due risoluzioni con 25 punti e una proposta di legge per chiedere un incremento del fondo sanitario regionale che aiutasse e salvaguardasse in particolare le aree interne e quella con minor intensità demografiche. Risoluzioni e PDL – conclude l’esponente del Pd – su cui non si è voluto votare per dare chiari indirizzi, perdendo un’occasione utile su cui avviare una corretta pianificazione”.