Se mettiamo in fila la vicenda Total, le scelte compiute sul bonus gas con annessa gestione del disciplinare, la emergenza idrica dentro la stagnazione dell’economia lucano rallentata ulteriormente dai ritardi del PNRR siamo alla cronaca di un fallimento annunciato.
La debolezza degli accordi con le compagnie petrolifere trascinano gli effetti fino al punto che oggi non sono tutelati lavoratori e progetti, già in partenza fragile, no oil.
Si tenga sempre a mente che circa 100 milioni di euro degli accordi per le compensazioni ambientali sono stati utilizzati per coprire parte dei 260 milioni di euro che negli ultimi due anni la Regione ha pagato per i lucani che si curano fuori.
Vorremmo far notare che non si alza la voce su un grande fatto strategico capace di generare impatti rilevanti sul territorio, ma di tromboni che suonano senza banda e senza statua: si notano senza produrre una melodia popolare ed utile a mettere il futuro in processione.
Così come la vicenda idrica che dopo la costituzione di Acque del Sud spa, rende evidente giorno dopo giorno problemi sempre più rilevanti soprattutto per il mondo agricolo con gravi effetti economici e finanziari per le imprese che si riversano su una torsione della programmazione regionale più di resistenza e di conservazione, forse in parte anche inevitabile, che di produttività.
L’autorevolezza e la credibilità di questo governo regionale sta andando via come la sabbia tra le mani, e con la sabbia ogni giorno si perde un granello di futuro.
Ormai si sono perse le tracce della bozza del Piano Strategico Regionale che si sarebbe dovuto approvare al massimo ad inizio 2025; per non parlare di bilancio approvato a fine aprile con la promessa di assestarlo entro giugno lasciando appesi e sospeso cittadini ed operatori economici.
Petrolio e acqua. Lacorazza: cronaca di un fallimento annunciato.
