Cifarelli, Gruppo PD: “La Regione continua a inseguire le crisi industriali senza mai governarle.”

13 Nov 2025 | PD Basilicata

 

Le vicende di Stellantis e del suo indotto, di Smartpaper e degli effetti dell’innovazione digitale, di Natuzzi e delle altre crisi industriali che attraversano la Basilicata confermano purtroppo un dato politico ormai evidente: la Regione non governa i processi, li rincorre. E rincorrerli non basta più. Da mesi – e in alcuni casi da anni – abbiamo segnalato al presidente Bardi, spesso insieme ai sindacati, il progressivo aggravarsi delle criticità nel sistema produttivo lucano: dal futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi alle difficoltà crescenti delle aziende dell’indotto, alle problematiche che interessano il polo del salotto di Matera e Montescaglioso, fino alla gestione confusa e preoccupante del cambio di appalto che coinvolge Smartpaper.
La risposta della Giunta regionale, però, rimane immutata: attendere che la crisi esploda, per poi presentarsi a Roma senza una linea autonoma, senza un piano regionale e senza quel ruolo di regia che una Regione dovrebbe esercitare. L’ultimo incontro del presidente Bardi con il ministro Urso lo dimostra chiaramente. Si va al Governo senza aver prima costruito in Basilicata un quadro chiaro della situazione, senza aver coinvolto in modo sistematico sindacati, imprese, enti locali e parti sociali, e senza obiettivi definiti, quale potrebbe essere una politica industriale regionale, da rappresentare con autorevolezza nelle sedi nazionali. Una Regione che si limita a trasmettere dossier, confidando che qualcun altro risolva i problemi, abdica di fatto al proprio compito istituzionale.
A rendere ancora più evidente la debolezza dell’azione regionale è la fotografia impietosa scattata dalla Banca d’Italia. Secondo l’ultimo aggiornamento congiunturale, l’economia lucana “ha continuato a ristagnare”: nel primo semestre 2025 il Pil regionale ha segnato una variazione negativa dello 0,1%, in controtendenza rispetto alla crescita registrata dal Mezzogiorno e dal Paese. È l’industria a trainare verso il basso, con contrazioni pesantissime: nello stabilimento Stellantis di Melfi la produzione è crollata da oltre 40 mila a meno di 20 mila veicoli (–59,4%), mentre anche le vendite sono precipitate da 60 mila a meno di 20 mila unità. In calo anche il settore estrattivo (–10%). A crescere, seppure in modo isolato, è il comparto delle costruzioni (+2,3%), sostenuto dagli interventi del PNRR; le presenze turistiche segnano un +6,8%, ma l’occupazione rimane di fatto ferma (+0,2%) e il potere d’acquisto delle famiglie resta sostanzialmente invariato (+0,1%). È la fotografia di una regione che non riparte e che non viene messa nelle condizioni di ripartire.
In questo contesto, lavoratori e lavoratrici vivono una condizione di crescente incertezza. Vale sul caso Smartpaper, vale per il futuro dello stabilimento Stellantis e dell’intero indotto, così come per il settore del mobile imbottito e per altre filiere, compreso quella legata alle estrazioni del petrolio, che stanno attraversando una fase critica e che da tempo chiedono attenzione e strumenti adeguati.
La Basilicata non può permettersi una Regione che interviene solo a emergenza conclamata. Serve un governo regionale capace di esercitare una regia, di costruire una strategia industriale, di anticipare le crisi e non limitarsi a inseguirle. Serve una Regione che apra un confronto continuo e strutturato con le parti sociali, che pretenda chiarezza da imprese e committenti e che sappia presentarsi ai tavoli nazionali con una posizione unitaria e una visione definita.
La Basilicata non può essere spettatrice del proprio destino produttivo. Serve una Regione che governa davvero. E serve adesso.

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