La Basilicata vive una fase delicatissima sul fronte della crisi idrica e della gestione delle infrastrutture collegate alle risorse idriche. A ricordarlo è Vincenzo Amendola, deputato del Partito Democratico, che insieme al collega Marco Sarracino ha presentato un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, chiedendo risposte chiare e immediate.
«Tre anni di siccità, ritardi incomprensibili della Regione nel chiedere lo stato d’emergenza e una gestione della rete idrica che continua a mostrare enormi criticità – spiega Amendola – hanno messo in forte difficoltà cittadini, agricoltori e il tessuto economico lucano. La Basilicata ha bisogno di certezze, non di altri anni di attesa».
Il parlamentare dem richiama in particolare il caso della diga del Rendina, nel territorio del Vulture-Melfese, «costruita negli anni ’50 e fuori servizio da quasi vent’anni per problemi di sicurezza e lavori mai completati, nonostante la sua importanza strategica per l’agricoltura, l’industria – compreso il sito Stellantis – e l’uso potabile dell’acqua».
Amendola evidenzia che a settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero delle Infrastrutture che stanzia 113,7 milioni di euro collegati al PNRR per il ripristino dell’invaso: «Ora però non bastano più gli annunci: servono tempi certi, cantieri che partono davvero, risorse utilizzate con efficienza. Per questo chiediamo al Governo di chiarire quali iniziative urgenti intenda adottare e con quale cronoprogramma si intenda arrivare alla messa in funzione della diga del Rendina».
L’esponente del Partito Democratico richiama anche la necessità di un piano complessivo sulle infrastrutture idriche lucane: «Occorrono investimenti concreti sugli invasi di Monte Cotugno, Camastra, Pertusillo, per aumentare la capacità di invasamento e rendere più efficiente la rete idrica, così da non sprecare nemmeno una goccia di un bene preziosissimo come l’acqua».
«La Basilicata – conclude Amendola – ha diritto a risposte serie e immediate. Non possiamo permetterci altri anni di ritardi, rimpalli e promesse non mantenute, mentre cittadini, imprese e territori attendono certezze sul loro futuro».

