In relazione al “Centro Droni”, progetto per dare lavoro nel territorio, sarebbe opportuno seguire la linea della onestà intellettuale e non di una comunicazione istituzionale che prova a togliere il Presidente Bardi dal percepito (ma anche reale) ammutinamento alla guida della “destra crociera” nella emergenza idrica.
Non è in discussione il legittimo e necessario lavoro di sindacati ed enti locali, a cui rivolgo il mio ringraziamento, ma il teatro di un’opera in cui Bardi esce dalla scena dell’emergenza idrica ed entra in quella del salvatore della patria con la mediazione condotta con l’AD di Total.
Per il Centro Droni stiamo parlando di un progetto presentato nel 2021, siamo a metà 2025.
Ci vuole un po’ di equilibrio anche per evitare di apparire come coloro che pagano due volte lo stesso prodotto, lasciando il venditore anche a credito.
Da questo punto di vista se fossi azionista o avessi un interesse in Total dovrei fare i complimenti all’Amministratore Delegato e al management della società francese.
Capisco e rispetto l’affanno e anche l’aspirazione a mettere sul tavolo un piatto di lenticchie – non sottovaluto l’impatto ma ne peso il valore generale e strategico – nella difficoltà economica, che cresce sempre più, e in particolare delle aree interne ma l’Assessore Cupparo firma un accordo per far rispettare una intesa di cinque anni fa e ringrazia il Presidente Bardi.
Questo approccio disvela la fragilità di quegli accordi sul petrolio di cui peraltro alle imprese e al lavoro sono state sottratte risorse reali e potenziali per circa 100 milioni di euro che nell’ultimo biennio sono stati impiegati per pagare parte dei 260 milioni di euro che la Regione eroga per i lucani che si curano fuori casa.