A seguito del devastante incendio avvenuto nel Metapontino, come tavolo ambiente della C.D.R. di Basilicata desideriamo innanzitutto rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le persone che, con coraggio e dedizione si sono impegnate nelle operazioni di spegnimento e assistenza. Tuttavia riteniamo necessario valutare una serie di fattori e criticità per evitare che episodi simili si ripetano.
Un incendio al suolo ad effetto barriera combinato con un incendio di chioma forma un incendio barriera: un fronte unico ed estremamente pericoloso, in cui la ventosità ha accellerato il processo ed i sistemi di protezione si sono rivelati inefficaci, se non inesistenti. Questo incendio non può trasformarsi nell’ennesimo campanello di allarme prima ignorato e poi frettolosamente archiviato.
L’incendio è di origine dolosa. I roghi hanno interessato aree prossime a strutture turistiche e ha coinvolto la riserva statale biogenetica di Metaponto cui si sovrappone una vasta area di Zone speciali di Conservazione (ZSC), area protetta che fa parte della rete ecologica europea Natura 2000 patrimonio ambientale di tutte e tutti. La magistratura indaga, ed è impossibile non chiedersi se l’incendio non sia un atto di quella criminalità organizzata la cui presenza nel nostro territorio non può essere sottovalutata.
Il litorale domizio o quello ostiense sono esempi nefasti, ma esempi nondimeno.
Il sistema di assistenza alle persone evacuate, nonostante l’impegno profuso delle forze in campo, ha evidenziato approssimazione nei piani di evacuazione, nella comunicazione e nella mobilità. SI pensi alle automobili bloccate lungo la strada provinciale e alla qualità dell’aria gravemente compromessa.
Questo incendio ha evidenziato la fragilità di un intero sistema, a partire dal territorio.
Preoccupa, inoltre, la frammentazione delle competenze tra enti. Il comando della Guardia Forestale ha sede a Martina Franca, la Capitaneria di porto a Taranto e l’Autorità di Bacino, chiamata ad intervenire in caso di rischio idrogeologico, ha sede a Caserta. Una tale dispersione rende inefficace la gestione del rischio e dimostra quanto sia urgente una più puntuale ed adeguata gestione anche dei ruoli e delle competenze. Ogni zona prevede regimi, competenze e livelli di tutela diversi che in molti casi, come a Metaponto, si sovrappongono, allora chiediamoci concretamente cosa fare, enucleando le criticità. È evidente come l’assenza di governo ricada su una gestione attenta e oculata del territorio. Mancano, a livello regionale, piani per la prevenzione degli incendi. A Metaponto, come a Policoro, Scanzano e Maratea, mancano bocchette antincendio in punti strategici.
Anche la manutenzione delle riserve statali risulta carente. I sentieri tagliafuoco erano percorribili? Le chiome degli alberi erano intrecciate? Chi era addetto alla manutenzione?
Come Tavolo Ambiente riteniamo che sia necessario un cambio di passo nella visione politica della Regione.
La tutela dell’ambiente non può essere trattata solo in chiave emergenziale, ma richiede programmazione e regolamentazione e investimenti strutturali.
Serve un governo regionale che assuma pienamente la responsabilità della cura del territorio e della sicurezza dei cittadini, costruendo una filiera efficace tra istituzioni, enti tecnici e comunità locali. Chiediamoci cos’è di fatto la tutela e la salvaguardia, quali le azioni necessarie per tutelare, ma anche e soprattutto per prevenire. Quali azioni mettere in campo per la valorizzazione del territorio, da un punto di vista naturalistico ed ambientale, salvaguardandone lo sviluppo turistico, agricolo ed economico.
Ripensare i piani di mobilità e sicurezza è urgente. La manutenzione del territorio è una necessità, una priorità e come tale non è rinviabile la Conferenza delle Donne Democratiche della Basilicata esprime forte preoccupazione per quanto accaduto e intende sollecitare una riflessione pubblica e politica sulle criticità emerse nella gestione dell’emergenza e nella cura del territorio.